Questa maschera rappresenta la rabbia, una delle emozioni primarie dell’Uomo. I tratti della maschera di Red si ispirano direttamente a Pulcinella, ma vengono distorti da un’espressione rabbiosa. Anche il classico nero che identifica la maschera di Pulcinella viene sostituito con un cupo rosso sangue e da un paio di occhi rossi, che non lasciano spazio ad altra chiave di lettura che non sia pura collera.
L’artista si ispira alla figura di Pulcinella in quanto tra le più celebri maschere della commedia dell’arte, in omaggio al teatro. Il personaggio, anche se dalle origini dubbie, pare nasca da un personaggio delle Atellane, spettacolo popolare dell’antica Roma, ma anche da Puccio d’Aniello, contadino di Acerra del ‘600 che si unì come buffone ad una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese. La figura di Pulcinella inoltre è stata accostata al personaggio storico Masaniello, in cui ritroviamo la componente della rabbia, in quanto protagonista della rivolta Napoletana che vide il popolo insorgere contro il governo spagnolo nel 1647. Simbolo di Masaniello il celebre berretto rosso (appunto) simbolo della voce del popolo.
shout
Rappresenta l’alienazione, che nella sua definizione sociologica si riferisce al processo di estraneazione dell’uomo rispetto agli oggetti materiali e ai rapporti sociali. Il termine viene spesso utilizzato per indicare l’insoddisfazione e il disagio esistenziale dell’uomo moderno nella società industriale che allontana l’uomo dalle proprie radici naturali.
L’artista si ispira alla Maschera di Ferro, personaggio del romanzo di Dumas “Il visconte di Bragelonne”. Il personaggio rappresenta perfettamente il concetto di alienazione, perché viveva detenuto e indossava costantemente la celebre maschera, finendo isolato dal mondo e privo di identità conosciuta, avvolta nel mistero ancora oggi.
lay
La maschera rappresenta il rapporto con sé stessi. È stata realizzata come uno specchio in cui riflettersi e che mostra ciò che siamo. Questa realizzazione si rifà al concetto di “looking glass self” del sociologo statunitense C.H. Cooley, che afferma che il modo in cui ci vediamo e rappresentiamo non dipende solo da propria percezione, ma anche da come siamo percepiti dagli altri: come se le persone fossero specchi che ci restituiscono un’immagine diversa di noi a seconda della persona con la quale ci stiamo relazionando.
Creepy Boy
La maschera rappresenta la paura, un’altra emozione primaria dell’Uomo come essere vivente. Si tratta di un’emozione di difesa innescata dalla percezione di un pericolo.
La sensazione di paura è presente quotidianamente per diversi motivi e in diversi gradi di intensità: la paura di essere aggrediti, il bombardamento mediatico sulla cronaca nera, la paura per il proprio futuro, e tanto altro. La paura viene spesso strumentalizzata per influenzare le masse e ottenere consensi, o per distogliere l’attenzione da quelli che sono i veri antagonisti sociali.
Per realizzare la maschera l’artista si ispira al dipinto “L’Urlo” di Munch. In pochi sanno che il dipinto si basa su un’esperienza reale del pittore, che durante una passeggiata sentì un urlo terribile.
kazy
Rappresenta la follia, intesa come mancanza di adattamento nei confronti della società. La definizione di follia viene influenzata dal contesto storico, ma anche dalla cultura e dalle convenzioni sociali del momento. Nella società contemporanea si può considerare folle qualcuno o qualcosa che in precedenza veniva considerato normale, o viceversa. Una rappresentazione iconica della follia è senza dubbio il Cappellaio Matto, che però non simboleggia l’idea di follia che la band ha in mente. Restando nell’universo di Lewis Carrol è piuttosto lo Stregatto ad incarnare l’idea di lucida follia: il personaggio stesso si definisce matto, ma il lettore si accorge presto di avere davanti la figura più sensata della fiaba, che guida Alice e si mantiene al di sopra delle parti: e il ruolo di guida si addice bene al batterista della band, che detta il tempo come un direttore d’orchestra